Chi ha potuto li ha rinnovati e sostituiti con modelli più potenti, con videocamere più performanti e display più ampi e luminosi. Chi non ha potuto si è arrangiato, spesso dovendo condividere pc o altri dispositivi con i figli, per consentire loro di seguire le lezioni, fare ricerche o i compiti. Circola.re punta a chiudere, almeno in parte, quel gap : si tratta del primo progetto nazionale per la raccolta di dispositivi elettronici usati a favore degli studenti. Nasce dall’ unione di diversi soggetti: su tutti la piattaforma riCompro e il distributore energetico Go On insieme a un gruppo di organizzazioni no profit e associazioni come PcOfficina e restart. I destinatari sono studenti e famiglie in difficoltà economica e il progetto decollerà da Milano e Torino. Secondo le stime del gruppo, la carenza di strumenti informatici, assenti o in condivisione forzata con altri componenti della famiglia, ammonta nel nostro Paese a circa 280mila dispositivi. E anche se i tempi della didattica a distanza sembrano lontani con la rimodulazione delle quarantene per i contagi in classe, la digitalizzazione della formazione scolastica e dell’ amministrazione italiana rischiano di lasciare indietro centinaia di migliaia di famiglie in Italia. Basti pensare al sempre maggior numero di operazioni effettuabili solo attraverso lo Spid , quindi transitando da canali digitali. Il paradosso? Oltre la metà degli italiani (esattamente il 52%) conserva in casa, sepolti in un cassetto o dentro un armadio, uno o più dispositivi elettronici come portatili, tablet o smartphone inutilizzati. Strumenti che invecchiano senza futuro (e senza aggiornamenti), destinati allo smaltimento quando, prima o poi, si deciderà di dare una ripulita a scaffali e ripostigli. Ma che al momento, e per altre persone, potrebbero fare la differenza. Circola.re interviene proprio in questo passaggio con l’ obiettivo di creare una rete unica per raccogliere dispositivi in tutta Italia partendo da Milano, Torino e Lodi. Il calcio d’ inizio è simbolicamente fissato al 16 ottobre, Giornata mondiale della Riparazione istituita ormai 4 anni fa dalla Open Repair Alliance, una no profit statunitense che punta a sensibilizzare consumatori e politici sul diritto alla riparazione dei dispositivi e sulla loro seconda vita: bisogna evitare che i prodotti elettronici restino a casa inutilizzati (quando magari sono stati sostituiti solo per fattori di gusto o estetici), spingendo così l’ economia circolare, evitando nuovi acquisti e dando una mano a chi non può permettersi costosi telefoni o computer appena messi in commercio. ‘I membri dell’ iniziativa l’ anno scorso hanno reso fruibile la donazione di oltre 1650 dispositivi a studenti e altre associazioni – ha spiegato Fabian Thobe, amministratore delegato di riCompro – C’ è però ancora un grande potenziale per fare del bene con i dispositivi tenuti inutilizzati nelle nostre case.

Circola.re è la nostra prova concreta per rendere visibile questa problematica e allo stesso tempo guidare tutti verso lo spirito dell’ economia circolare e dell’ elettronica più sostenibile’. La rete di raccolta sarà estesa a tutto il Paese entro la fine del 2022. Un altro aspetto che viene poco sottolineato è che sul mercato la domanda per dispositivi economici usati è molto più ampia dell’ offerta, nonostante la recente moltiplicazione di tante piattaforme dedicate per esempio agli smartphone ricondizionati , e come conseguenza i consumatori sono spinti a comprare dispositivi nuovi e più cari. Come se non bastasse, con l’ eccezione di alcuni brand che su questo hanno puntato in modo assoluto come Apple , fino ad oggi la maggior parte dei dispositivi nuovi contiene poche risorse riciclate: si tratta per la maggior parte di materie prime vergini, ‘come per esempio il cobalto utilizzato per fare le batterie e prelevato da zone di guerra o scavate in condizioni disumane e inquinanti per l’ ambiente in miniere del terzo mondo’ hanno spiegato da Circola.re. Inoltre, la produzione di nuovi dispositivi (ma questo vale per ogni oggetto di consumo) crea una quota elevata di emissioni di CO2, accelerando il riscaldamento globale. ‘Sono contento di mettere a disposizione le nostre strutture di Milano, Torino e Lodi per questo progetto – ha detto Marco Viavattene, membro della direzione generale di Go On – La nostra missione di portare luce e gas ecosostenibili nelle case italiane si sposa perfettamente con il progetto di Circola.re volto a rendere l’ utilizzo di dispositivi quali telefoni e tablet più sostenibile e sociale’. Dove vanno a finire i dispositivi donati? Anzitutto, ogni pezzo verrà tracciato digitalmente , per garantire la massima trasparenza. Poi verranno distribuiti alle associazioni per effettuare un’ ulteriore cancellazione dei dati a tutela della privacy dei donatori e infine verranno suddivisi in 3 gruppi: quelli buoni per la didattica a distanza , che verranno distribuiti a studenti e famiglie in situazioni difficili; quelli da rottamare che verranno conferiti ai consorzi dedicati alla raccolta dei Raee dopo la rimozione di componenti riutilizzabili per la riparazione di altri dispositivi; quelli con valore troppo elevato che verranno commercializzati da riCompro così da alimentare un fondo per l’ acquisto e la donazione di altri dispositivi. Al centro dell’ iniziativa c’ è appunto riCompro, un e-commerce che acquisisce smartphone e tablet rotti e usati e li rivende dopo averli riparati grazie a tecnici certificati. Nata nel 2016 dalla volontà di ridurre i rifiuti elettronici in Italia, che rappresentano il 12% del totale europeo, l’ azienda ritira gratuitamente i dispositivi a domicilio dai proprietari e ne fornisce una valutazione economica, che viene pagata entro 48 ore dal ritiro . Gli smartphone e i tablet vengono poi riparati e rivenduti online all’ utente finale a prezzi scontati che arrivano fino al 50% del prezzo originale, aggiungendo una garanzia di 12 mesi. riCompro fa parte del gruppo Milky Way Ventures, un inedito incubatore focalizzato sulla creazione di aziende e-commerce fondato in Italia dallo stesso Thobe insieme a Gaetano Romeo, Roberto Marani, Salvatore Iuzzolini e Alessandro Faccin.

FONTE: www.lastampa.it