L’ autore descrive un’ Italia vincente, che sta implementando un sistema virtuoso di economia circolare e che sta facendo progressi nel campo scientifico, tecnologico, sociale. Gli italiani sono i migliori nel riuso di quell’ enorme risorsa che sono i rifiuti, e lo sono più della Germania e della Francia, ma pochi ne hanno percezione. Si pensi, per esempio, al piano di decarbonizzazione di un colosso nazionale come ENEL, uno dei maggiori player e produttori mondiali in materia di energia da fonti non fossili, o al fatto che sia tutto italiano il brevetto della bioplastica.
Novamont, infatti, è l’ azienda di Novara a cui si deve l’ invenzione della Mater Bi, una plastica speciale di origine vegetale, che una volta utilizzata si degrada in un compost che può essere adoperato anche come fertilizzante in agricoltura, una soluzione radicale allo smaltimento della plastica e freno all’ inquinamento di mari e oceani. Marco Frittella, giornalista televisivo di grande esperienza, accompagna il lettore lungo un viaggio virtuale e concreto alla scoperta delle eccellenze italiane. È il caso, per esempio, di Orange Fiber, l’ idea imprenditoriale di successo di due ragazze siciliane, che ha portato alla realizzazione della prima fibra ricavata dalla cellulosa delle arance e alla realizzazione di un tessuto setoso, in grado di rilasciare sulla pelle vitamine A, C ed E. In buona sostanza, oggi si ricavano dagli scarti degli agrumi capi e si lanciano capsule collection, in collaborazione con i grandi brand della moda come Ferragamo e altri. Nel campo dell’ agricoltura sostenibile, è esemplare invece la storia di Caviro, una grossa cooperativa di produzione vitivinicola, nota anche per produrre il Tavernello, un modello assoluto di economia circolare, dal momento che nello stabilimento principale nulla viene sprecato e tutto viene messo in ricircolo, perfino i fanghi di depurazione diventano concime, grazie alla ricerca e alla partnership con l’ Università di Bologna. L’ agroalimentare poi è da ritenersi uno dei principali vettori di crescita del Paese, perché l’ agricoltura italiana è la più verde d’ Europa, è ecosostenibile, controllata, biologica, biodinamica.
L’ agroalimentare made in Italy realizza a livello mondiale la più grade varietà di cibo, sebbene il problema della contraffazione sottragga capitali elevati dal paniere. Rispetto alla bioedilizia, il giornalista cita inoltre il progetto del \” Bosco Verticale \” dell’ architetto Stefano Boeri, divenuto un’ icona, tanto da essere replicato dal Messico alla Cina. O ancora l’ innovazione tecnologica portata avanti da Solar Print, che prevede di realizzare su larga scala celle fotovoltaiche, stampabili come fossero un giornale, e ricaricabili con la luce solare o artificiale. Italia Green permette in altre parole di guardare con fiducia ai prossimi anni, perché il cambio di passo è evidente e può puntare su una maturazione della rete delle imprese, sulla ricerca, sull’ associazionismo, sulla consapevolezza dei singoli cittadini e del mondo dell’ economia, più che sui compromessi di carta sottoscritti.
Basti considerare Illy, la prima azienda italiana del caffè, che diventa B Corp per scelta, ottiene cioè la certificazione assegnata alle organizzazioni che si impegnano a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale. O ancora all’ amministratore delegato di BlackRock, la multinazionale americana di asset. In una lettera agli azionisti, l’ AD Fink, scriveva che gli investimenti sostenibili rappresentano ormai il miglior modo di garantire solidità ai portafogli dei clienti e che BlackRock non avrebbe più investito in aziende che non si fossero proiettate nel futuro della transizione ecologica. Un segnale di grande rilevanza per tutti. Italia Green non è quindi un libro di aneddotica e grafici, ma di storie che narrano la crescita obbligatoria di un nuovo modello di sviluppo, che è quello dell’ economia circolare, in questo senso ha anche una valenza politica, perché la politica deve fare i conti con un nuovo corso delle cose, con quello che si definisce green & blue, da una parte l’ ecosostenibilità, dall’ altra l’ innovazione digitale.
La linea della Commissione Europea Von Der Leyen, i fondi del recovery plan, del PNRR, puntano alla decarbonizzazione, alla transizione energetica, condizionando la politica in senso positivo, perché dovrà lasciarsi alle spalle l’ idea della spettacolarizzazione e del populismo, tornando ad essere una politica di progetti e contenuti, non di captatio benevolentiae e tweet, per sostenere la crescita e potere affrontare efficacemente le prossime sfide. Rai Libri
FONTE: www.huffingtonpost.it