Dobbiamo passare dal ragionare di riciclo della vetroresina ad un vero progetto di “fine vita” per le unità da diporto, ha confermato Barbara Amerio, ceo del gruppo Permare e presidente del nuovo comitato sostenibilità di Confindustria Nautica , durante il Barcolana Sea Summit di Trieste. Servono norme specifiche Per quanto riguarda gli scafi – ha osservato Amerio – si deve riconoscere che non solo un problema del costruttore, n del proprietario ma di una filiera molto pi allargata e che dipende dai lunghi tempi di obsolescenza, in termini di decenni dal primo utilizzo, tipici delle barche da diporto . Oggi assume un significato diverso anche la progettazione che, vista nell’ ottica del futuro disassemblaggio, potrà portare indiscutibili vantaggi . Per avviare una filiera del fine vita occorrono norme specifiche, in linea con il quadro internazionale e che disciplinino responsabilità giuridiche, metodologie e percorsi tecnici delle fasi che precedono il trattamento della vetroresina: raccolta, trasporto, stoccaggio, bonifica, disassemblaggio, separazione dei materiali per il riciclo e riduzione volumetrica del manufatto . Blu economy summit Genova riparte dall’ economia del mare. Polo pubblico privato per la ricerca di Paola Pica Alternative ai metodi tradizionali Le linee di azione – ha sottolineato ancora Amerio – sono la prevenzione e riduzione del materiale non riciclabile a bordo , la progettazione finalizzata al disassemblaggio , l’ utilizzazione degli scarti in un’ ottica di produzione di energia, la concessione di incentivi per ricerche e sviluppo di biocomposti alternativi a quelli tradizionali , come il basalto e il carbonio, o riutilizzati in altri settori e l’ uso di componenti rigenerati . Una delle prime idee su cui il comitato sostenibilità di Confindustria Nautica sta lavorando – ha concluso la presidente – proprio una banca dati dei materiali alternativi a quelli non riciclabili. HyAccelerator Idrogeno, Snam lancia HyAccelerator: primo acceleratore globale per le startup dell’ energia green di Valentina Iorio Il nuovo Ecoracer Sportboat Mentre il mondo della nautica si confronta, comunque, molti sono i cantieri e i produttori di componenti che hanno gi messo a punto manufatti innovativi.

Il caso di Ecoracer Sportboat . Presentato in prima mondiale al 61 Salone Nautico di Genova, dove ha ottenuto il riconoscimento del Design Innovation Award come pi innovativa imbarcazione a vela fino a 10 metri , Ecoracer, la sportboat riciclabile progettata da Matteo Polli e costruita dalla startup Northern Light Composites stata varata a Monfalcone presso il Marina Hannibal. Lungo 7,69 metri, Ecoracer costruito con la tecnologia rComposite di Northern Light Composites con matrice termoplastica , fibre di lino per scafo e coperta e core riciclabile Atlas by NMG Europe. Oltre allo scafo, anche albero e boma, in alluminio, sono all’ insegna della sostenibilit. Le vele sono state sviluppate da OneSails di Bussolengo (Verona) e realizzate con la tecnologia 4T FORTE OneSails che utilizza un particolare e ultra-resistente polietilene ( stato testato nelle vele dell’ Imoca di Pip Haire nell’ ultima edizione del giro del mondo in solitario del Vende Globe) che permette un riciclo al 100% della vela quando dismessa . La sostenibilità di Ecoracer prosegue anche nel motore, u n fuoribordo elettrico Mitek mentre un pannello solare Fly Solar Tech alimenta le pompe di sentina. La tecnologia rComposite di Northern Light Composites con la quale stato costruito Ecoracer garantisce il riciclo a fine vita di circa il 90% delle imbarcazioni, con in futuro la possibilità di riportare la propria imbarcazione in cantiere per gestire al meglio il fine vita e dare impulso a una nuova economia circolare nel settore grazie al riutilizzo del composito.

FONTE: www.corriere.it